Alla ricerca del senso della vita

Attraverso l’arte di Antoni Tàpies

Da tempo cerco di rispondermi a una domanda alquanto esistenziale e che ognuno di noi almeno una volta si è posto: qual è il senso della vita? Penso, ripenso, mi interrogo, faccio lunghi viaggi mentali e non trovo una risposta. C’è chi lo trova nell’amore, chi nella libertà e c’è chi dice che è un mistero che mai risolveremo. 

E se la risposta si trovasse nell’arte?
Antoni Tàpies, pittore, scultore e teorico dell’arte spagnola, affermava: “l’opera d’arte dovrebbe lasciare perplesso lo spettatore, farlo meditare sul senso della vita”. In effetti, la rappresentazione artistica è uno dei mezzi più efficaci per aprire nuove nuove frontiere, nuovi mondi, aiutando a sviluppare uno spirito critico verso se stessi e la realtà che ci circonda.

Barcellona è una città piena di stimoli: ogni strada, angolo, piazza si trasforma in un posto magico, capace di offrirti un momento di insensata felicità, una fonte di ispirazione che arriva dritta all’anima. Ciò che la rende ancora più speciale, sono gli artisti che ne hanno marcato la storia e che tuttora svolgono un ruolo fondamentale nel patrimonio e nella divulgazione artistica della città.

Uno di questi è, appunto, Antoni Tàpies, artista catalano che è stato uno dei massimi esponenti dell’arte informale, una corrente che ha come elemento principale il rifiuto della forma. Questa scelta diviene dall’impossibilità degli artisti di accettare le barbarie che il mondo è stato costretto a vivere durante la seconda guerra mondiale. 

L’informale si caratterizza per avere diverse modalità di espressione: dall’action painting, all’informale materico, dallo spazialismo all’art brut, dal simbolismo alla pittura segnica. Tàpies è stato esponente dell’informale materico che ha l’obiettivo di rendere l’arte sublime attraverso l’utilizzo di materiali riciclabili, di natura diversa, mescolati con materiali tipici dell’arte tradizionale. 

Croci, lettere, numeri, sole, stelle, luna sono i simboli più ricorrenti nelle opere dell’artista catalano; ognuno di essi esprime in differenti maniere la contraddizione centrale nella vita e nell’espressione artistica di Tàpies: vita e morte, solitudine, incertezza, precarietà, concetti che derivano anche dalla sua profonda connessione con la filosofia esistenziale francese.

Infatti, l’artista parlava di “morte sicura”, concetto che traspare nelle sue opere: tratti forti, potenti, colori che evocano la terra, la materia prima motore di tutte le cose, volti a metà, la potenza degli occhi, i buchi nella tela, i materiali sintetici che ricavava direttamente dal pavimento del suo studio. 

Ogni dettaglio diventa la specchio della sua perturbazione interiore, dovuta anche alle condizioni fisiche di Tapies che, oltre ad essere cieco, non poteva più camminare a causa dell’amputazione delle gambe. La precarietà della vita, la sua fragilità, la possibilità di poterla perdere in un attimo si rispecchiano nelle sue opere.

L’arte di Antoni Tàpies vive ancora oggi sia grazie alla sua potenza significativa e simbolica che si può percepire nella sua totalità visitando la Fundación Tàpies, da lui creata nel 1984, con l’obiettivo di promuovere lo studio e la conoscenza dell’arte contemporanea. Per questo, la fondazione organizza esposizioni, conferenze, eventi dedicati al cinema, che accompagnano le mostre periodiche dedicate a Tàpies. 

A questo, si aggiungono la biblioteca e l’archivio che contengono le collezioni dell’artista, incrementate da nuove o storiche pubblicazioni, interviste e materiale cinematografico. La Fundación Tàpies si trova nel quartiere Eixemple, situato al centro di Barcellona ed è possibile visitarla dal giovedì alla domenica.

Oltre alla Fundación Tàpies, Barcellona si distacca come una delle culle dell’arte contemporanea. Passeggiando per la città è possibile ammirare le sue bellezze storiche, cosí come è possibile visitare gallerie, musei, fondazioni che presentano artisti di fama nazionale e internazionale che hanno segnato la storia dell’arte spagnola. E per quanto riguarda il senso della vita, resta ancora un’incognita che l’arte può solo aiutare a comprendere meglio.