Cantabria un viaggio tra mare e montagna – parte 1

Si può viaggiare anche stando “in casa”, o per meglio dire si può vivere la propia città come un viaggiatore. Sì un viaggiatore e non un turista, perché il turista passa fugacemente attraverso i luoghi che visita, mentre il viaggiatore cerca di scoprirne la essenza, si sofferma e prova a sentire i luoghi della sua visita come propri.
In questo viaggio cercheremo di farvi sentire come a casa e in viaggio allo stesso tempo…

Santander si sveglia tardi al mattino, ma se volete conoscerla nei suoi angoli nascosti è preferibile incominciare il tour a prima ora. Godersi la baia quando ancora non c’è quasi nessuno, e sedersi vicino al Club Velico per godersi la brezza fresca del giorno che inizia…

Il nostro viaggio incomincia con un Safari tipografico alla scoperta degli antichi commerci della città. Federico Barrera è l’artefice di SantaTipo, un libro frutto della ricerca di oltre dieci anni per le strade della città, con l’idea di non perdere l’identità dei commerci storici. Insieme a Federico incomincia il nostro viaggio.

Una insolita visita per il centro storico di Santander partendo dalla Piazza Porticada, dove si trovano vari commerci storici, come il negozio di moda la Novedad, dove si respira una atmosfera degli anni ’40 – ’50. Poco distante l’Hotel Ignacia dalla facciata tipicamente Belle Epoque e girando l’angolo ci troviamo di fronte al Mercado dell’Este, un antico mercato coperto che attualmente ospita bar e ristoranti alla moda, una galleria d’arte e il Museo di preistoria di Cantabria. Il Mercado dell’Este, nelle sue facciate mantiene alcune antiche pubblicità delle compagnie di navigazione transatlantiche, che durante un lungo periodo collegavano Santander con Cuba e America Latina.

Il nostro safari tipografico procede e appena fuori dal Mercado del Este, ci dirigiamo verso la piazza Porticada per scoprire un Santander sconosciuto che riposa sotto i nostri piedi. Propio sotto la piazza si trovano due centri di visita che fanno parte dell’Anello culturale della città, il centro della Muralla e il rifugio Antiaereo. Il primo è frutto degli scavi che pochi anni fa hanno messo in luce i resti dell’antica Muralla medievale del XII secolo, che cingeva la città dal lato mare.

Il secondo più vicino ai nostri giorni, ci ricorda l’esperienza della Guerra Civile e i diciotto mesi di guerra a Santander tra il 1936 e agosto del 1937, un rifugio antiaero scoperto casualmente durante i lavori di sistemazione della Piazza. Entrambe le visite ci riportano indietro nel tempo e ci danno la possibilità di leggere la città e la sua evoluzione, dall’epoca medievale quando il mare entrava dentro Santander dividendola in Puebla Vieja e Puebla Nueva, fino ai tristi giorni della guerra Civile e all’esperienza dei bombardamenti.

Il viaggio nelle viscere della città, ci dà l’occasione di scoprire come sia cambiata nell’arco del tempo, un cambiamento che continua e che ci sorprende. Appena fuori dalla Plaza Porticada, attraversiamo la strada e nella Piazza di Alfonso XIII, ci accoglie la mole del Centro Botìn disegnato e costruito da Renzo Piano, Compasso d’Oro e grande amante di questa città.

Il Centro Botìn è un museo e centro d’arte contemporaneo che accoglie la collezione permanete della Fondazione Botìn, e mostre temporali, concerti, cinema all’aperto, e attività legate all’arte. Il Centro in se è un opera d’arte, proiettato sulla Baia, con un sistema di scale esterne che entrano ed escono per lanciarsi sull’acqua con passerelle sospese. Diviso in due corpi, il Centro è stato costruito su palafitte e rivestito di una pelle fatta di scame di porcellana che riflettono la luce del sole che si specchia nell’acqua. Al piano terra un bookshop dedicato all’arte e una caffetteria che offre una vista privilegiata sulla baia, un luogo traquillo dove fare colazione o semplicemente sedersi per leggere un buon libro.

Il nostro viaggio continua alla scoperta del Santander nascosto, leggendo la storia dei suoi commerci storici per le vie del centro, guardando al futuro dalle passerelle del Centro Botìn. Adesso tocca al gusto continuare il viaggio e scoprire, le abitudini gastronomiche di una città in continua evoluzione. E’ l’ora del Vermut, e noi ci spostiamo al Rio de la Pila, dove nella storica bodega del Riojano, l’arte e il buon cibo sono di casa. La Bodega fondada nel 1930 è un clasico della buona cucina e dell’arte, infatti da oltre novanta anni, è luogo di incontro di artisti, poeti e letterati, che hanno lasciato il loro segno dipingendo le storiche botti dell’antica cantina. Una consuetudine che non si è persa, così che mentre proviamo il nostro Vermut di Solera, possiamo fare una visita a questo strano Museo d’Arte.

Lasciamo il Riojano, e continuiamo il nostro viaggio gastro – tipografico nella Bodegas Conveniente, fondata a principio del XX secolo, in principio era una cantina con spaccio di vino che si è trasformata in un ristorante che serve una miscela perfetta di piatti freddi e caldi. Come gli incredibili taglieri di formaggi cantabri e insaccati dalla Cecina di Leòn, alla Morcilla di Burgos, o il Jamòn di Terruel. Conserve di terra e mare, con asparagi di Navarra e anchoas del Cantabrico e poi i piatti di fritture, vere delizie per chi non vuole pensare alla dieta… Il locale è diviso in due parti un antico bar stile art decò, e la Bodega vera e propia dove si conservamo le enormi botti per il vino sfuso e le bottiglie storiche. Se vi fermate per la cena la musica in diretto è assicurata e di buon livello…

Dalla Bodegas Conveniente ci dirigiamo nuovamente verso il centro, dove facciamo una breve visita al Mercado de la Esperanza giusto dietro il palazzo Comunale, una bellissima struttura Art Decò che ancora oggi funziona come mercato, dove trovare i buoni prodotti di questa terra che dal mare alla montagna non ci fa mancare di nulla nella sua cucina tradizionale e no.

E propio nel Mercato della Espernza ci incontriamo con Simone Stocchi, un cuoco genovese che da quasi quindici anni vive in Cantabria, e dalle cucine de Il Boccone, nella storica Calle San Luis 22, sta trasformando il concetto di cucina italiana all’estero, creando un mix di sapori utilizzando i prodotti della Cantabria e alcune delle buone ricette della tradizione genovese. Facciamo insieme a Simone la spesa per prepare un pranzo italo-cantabro. Insalata di citrici, arance con anchoas del cantabrico, cipolla, capperi e olive nere. E poi un tartar di carne di vitello di Tudanca con scaglie di Parmiggiano Reggiano, accompagnato di un pesto alla Genovese e pomodori secchi di Pachino. Proviamo poi degli gnocchi al pesto genovese, tutto fatto artigianalmente, e chiudiamo con dei paccheri con chipirones freschi…Dulcis in fundo un flan di caffè e orujo di Liebana.