¡Buenos días!
Inizio la giornata con una tipica colazione spagnola: tostada de tomate (pane con pomodoro e olio) e caffelatte. La colazione nell’hotel NH, normalmente a buffet con varia scelta tra stile europeo o americano, dolce e salato, rimane quasi invariata con una nuova formula di buffet assistito: i clienti scelgono cosa vogliono bere e mangiare nel tavolo del buffet mantenendo una distanza di più di 2 metri e i camerieri servono al tavolo.
È il momento di riprendere il mio tour!
Continuo la visita della città con un percorso modernista. Il centro storico di Cartagena, infatti, venne quasi interamente ricostruito dopo i bombardamenti del 1873 durante la rivoluzione cantonale secondo i canoni stilistici dell’epoca: da qui la varietà dei palazzi e monumenti in stile modernista, ispirato a quello catalano. Lo stile è caratterizzato da forme morbide e sinuose, la profusione di motivi decorativi e la ricerca di soluzioni architettoniche innovative (per intenderci, il nostro Liberty italiano). Il percorso inizia dallo stesso porto con l’opera maestra dell’architetto Tomás Rico Valarino, il giá citato Palacio Consistorial, per poi proseguire nella strada principale del centro storico, Calle Mayor. Qui basta alzare lo sguardo per osservare i balconi in ferro battuto degli antichi palazzi e le decorazioni delle facciate in stile modernista. Grandi e bellissimi edifici sono ancora perfettamente conservati e alcuni visitabili: il Gran Casino de Cartagena, il Gran Hotel, Casa Pedreño, Casa Clares, Casa Cervantes, Palacio Aguirre e la Stazione dei treni, molti dei quali dell’architetto Victor Beltrí.
Durante il mio percorso, faccio tappa a Palacio Aguirre: si tratta di un palazzo stile eclettico-modernista, che apparteneva all’imprenditore minerario Camilo Aguirre, a cui è stata annessa una parte nuova che ospita il MURAM – Museo Regionale di Arte Moderna. Questo palazzo è anche famoso per ospitare uno dei momenti più importanti della Semana Santa, l’Encuentro. Si tratta dell’incontro tra l’altare di Gesú Cristo e la Madonna, all’alba del Venerdì Santo, momento magico ed emozionante per tutta la popolazione di Cartagena: tutti rimangono in assoluto silenzio, col fiato sospeso, mentre una fedele si esibisce cantando il Salve con toni flamenchi.
Cartagena mi riserva un’altra sorpresa! Un’altra mostra d’arte temporale gratuita all’interno del Palacio Aguirre. Dopo aver visitato le eleganti stanze del palazzo e aver visto la bellissima Allegoria della Primavera di Cecilio Plá, entro nella parte moderna del palazzo per vedere la mostra del murciano Antonio Tapia. È un’arte contemporanea, ispirata alle fasi della vita, alla psiche e ai “paesaggi neuronali”, omaggio di Tapia a tutte le donne del mondo e in particolare alla madre. I supporti utilizzati sono tra i più differenti: carta, radiografie, tela. Non solo pittura, anche scultura, disegno, video.
Finalmente ora di pranzo!
Delizioso pranzo tipico spagnolo in posto tipicamente spagnolo: un assaggio di tortilla de patatas, crocchette di prosciutto iberico, il flamenquín (prosciutto crudo Serrano arrotolato in un filetto di maiale o agnello, impanato e successivamente fritto, tipico di Cordova) e gamberi all’aglio al tradizionale Bar Sol. È uno dei bar più antichi di Cartagena, aperto nel 1927, protagonista della Semana Santa (anche i suoi sgabelli sono decorati con figure della Semana Santa) e famoso per il suo “Gallo de la Calle del Duque”, riproduzione di una statua in zinco di un gallo, di origine bavarese, che una leggenda narra essere stata portata nella città di Cartagena a metà del XVIII secolo, sottratto e rubato varie volte dalla facciata di negozi, compreso il Bar Sol, e mai restituito al proprietario dal 1996. Anche qui igienizzante disponibile per i clienti, codice QR per scannerizzare il menù, norme di distanziamento e di prevenzione super rispettate!
Dopo essermi goduta questo pranzetto in assoluta sicurezza e comodità, posso tornare ancora più indietro nel tempo nella storia di Cartagena: si risale alle origini di Carthago Nova, alla dominazione romana della città.
Per cominciare questo viaggio nel tempo, inizio con la visita con realtà aumentata del Barrio del Foro Romano. Come funziona? Dopo essermi accuratamente igienizzata le mani all’entrata del Foro, vengo accompagnata da una guida per il Foro, che mi spiega passo passo come usare il tablet che mi è stato dato in dotazione. La visita è molto completa e la guida competente e poi rivedere la ricostruzione dei luoghi visitati è davvero entusiasmante! Questa zona è stata adibita a differenti usi nel periodo che va dal I secolo a.C. al III secolo a.C., ma rimangono chiari i resti delle terme, sono ancora visibili infatti i sistemi di riscaldamento del Calidarium. All’entrata principale di quello che si crede un gimnasium, un peristilio e in fondo un complesso statuario, del quale si conserva solo una cornucopia, simbolo di abbondanza e fortuna. Sulla destra, il pezzo forte: il Santuario dedicato ai culti misterici degli egiziani Iside e Osiride, risalente al I secolo d.C. Sicuramente una visita imperdibile nella città di Cartagena!
Dopo la visita, mi godo un meritato tramonto dalla collina del Molinete: è una delle 5 colline di Cartagena, che domina l’intera città, motivo per il quale fu scelta dal cartaginese Asdrubale per la fondazione di Qart Hadasht nel 227 a.c. Ogni angolo è ricco di storia a Cartagena e dall’alto del Molinete si può ammirare questa felice combinazione tra antico, moderno e contemporaneo.
È già buio in città, continuerò il mio tour nella Cartagena antica l’indomani!
È sabato sera e come ogni sabato che si rispetti per un italiano, è il momento della pizza! So cosa state pensando… una pizza in Spagna?! Ebbene sí, nel buonissimo ristorante italo-argentino Mano a Mano, in pieno centro di Cartagena. Anche qui norme d’igiene e prevenzione super rispettate (igienizzante all’entrata, igienizzazione delle superfici, mascherine obbligatorie). Il menú si può scannerizzare con il codice QR, ma io non ne ho bisogno, conosco perfettamente, come tutti gli italiani a Cartagena, il menú di Mano a Mano e scelgo la Silvana, la mia pizza preferita, quella di sempre: provolone, mortadella e granella di pistacchio, unica gioia durante i miei fine settimana in lockdown a Cartagena (per fortuna che c’è il servizio a domicilio!).