Una rana, un astronauta, una passeggiata tra librerie e il giardino di Calisto e Melibea – P2

Salamanca è anche e soprattutto una città letteraria. Il fiume Tormes è il primo protagonista di una storia popolarmente conosciuta in tutta Spagna. Il Lazarillo de Tormes, uno dei racconti che si trovano alla base della letteratura picaresca.

  Làzaro de Tormes è il protagonista di questa novela, la cui edizione più antica data al 1554, la storia della sua vita dalla nascita fino al matrimonio nella vita adulta. In realtà si tratta di un vera e propria critica alla società del momento, i vizi e le virtù della Spagna del secolo d’Oro. Scritta sotto forma di lettere a un ipotetico confessore, Lazaro de Tormes descrive fatti e situazioni che mettono in luce le abitudini e i vizi di nobili, preti e popolo di tutta una società.

 I passi del Lazarillo de Tormes sono proprio qui nelle strette strade della bella città di Salamanca, che è letteraria proprio per aver dato nell’arco dei secoli spazio a letterati, poeti e biblioteche. Il nostro viaggio continua, adesso per le strade di Salamanca, alla ricerca della parola scritta e stampata. 

Passiamo davanti all’Università Pontificia, e ci fermiamo ad ammirare il palazzo de las Conchas, il Palazzo delle Conchiglie. tutto adornato con altorilievi di conchiglie. Adesso questo bellissimo edificio è la sede della Biblioteca municipale di Salamanca.

 Dalla biblioteca ci dirigiamo verso la Plaza Mayor, dove prima della fine delle lezioni d’inverno si riuniscono tutti gli studenti delle università di Salamanca, per festeggiare il nuovo anno prendendo 12 caramelle, come le 12 uve che si mangiano la notte del 31 di dicembre. 

La tradizione del capodanno universitario, riunisce quasi 45.000 persone. Iniziata negli anni ’90, da uno sparuto gruppo di studenti che si riunirono due settimane prima della fine dell’anno, nella Plaza Mayor, per dire addio in anticipo al vecchio anno insieme ai propri compagni di studio. 

La Plaza mayor e le strade adiacenti sono piene di belle librerie, che servono non solo il grande numero di studenti, ma anche i numerosi turisti “letterari” che scelgono Salamanca per andare alla ricerca di libri antichi e moderni, così decidiamo di perderci tra gli scaffali della tante librerie di questa bella città. 

Da un libro all’altro camminiamo, gironzolando per le vie della città, finché ci imbattiamo in una nuova citazione letteraria, il giardino di Calisto e Melibea. Si tratta dei due protagonisti della tragicomedia, conosciuta come la Celestina. Una storia d’amore e di disamore, tutto comincia, nel giardino in cui ci troviamo. 

Quando Calisto vede casualmente Melibea nel giardino di casa sua, dove è entrata per cercare un falco che stava cercando di cacciare. Chiedendo il suo amore, lei lo rifiuta, ma è troppo tardi, si è violentemente innamorato di Melibea. 

Su consiglio del suo servitore Sempronio, Calisto si rivolge a una vecchia prostituta e magnaccia di professione di nome Celestina che, fingendosi venditrice di articoli vari, può entrare nelle case e fare così da sensale o fissare appuntamenti tra amanti. 

La storia dei due amanti si svolge durante tre atti e si conclude, dopo una lunga serie di incontri e scontri amorosi, con la morte dei due amanti. Nella nostra passeggiata letteraria, il giardino di Calisto e Melibea, ci offre una visione della Cattedrale nuova di Salamanca

La nostra passeggiata prosegue alla scoperta della bellissima biblioteca universitaria dove, tra i banchi del collegio maggiore, si sedeva il celebre Fray Luis de Leon, docente dell’università, che dopo essere stato incarcerato per cinque anni dalla Santa Inquisizione, per aver tradotto libri proibiti, tornerà ai banchi dell’Università e riprenderà le lezioni dal punto in cui le aveva lasciate, dicendo “Come dicevamo ieri”… 

E così tra una citazione e l’altra, il nostro viaggio attraverso Salamanca e le sue strade si chiude almeno per il momento. Pronti a riprendere il cammino…