Si fa presto a raggiungere il centro di Santander, a piedi, in bus o in bici, tutto è a portata di mano in questa piccola grande città di provincia. Si perché forse è proprio in questo suo essere piccola e anche un po’ provinciale, che risiede il fascino della “perla” del mare cantabrico. Tutta affacciata alla sua baia, con il mare che è riferimento costante per sapere dove ti trovi, Santander offre al turista e al visitatore attento un’offerta culturale, che va ben oltre la classica idea della cittadina di provincia. Da quando nel 2014 venne affidato all’architetto Renzo Piano il compito di progettare il centro culturale della Fondazione Botín, lo skyline della città è cambiato, e allo stesso ritmo della creazione del Centro Botín, inaugurato nel 2017, è cresciuta anche l’offerta culturale della città.
La nostra passeggiata comincia proprio nei giardini di Pereda, dove adesso si erge vicino alla Gru di pietra, unico testimone del passato portuale di questa zona di Santander, l’edificio a due corpi disegnato da Renzo Piano. Un edificio con una “pelle” di squame di maiolica, che riflettono l’acqua della baia e anche nei giorni più bigi, danno luce a questo enorme “corpo” che svetta sull’acqua. I due corpi delle sale espositive e dell’auditorium, sono aperti con due vetrate enormi alla città e al mare. Le due parti della struttura sono unite da un organizzato e architettonicamente orchestrato complesso di scale che finiscono su una stupenda terrazza, e su due ponti che svettano fuori dall’edificio, proiettando lo spettatore sulla stessa baia. Da questi due bracci di acciaio e vetro sembra poter volare sul mare…Così come in una versione aeropittorica e parolibera futurista, VOLO + ACCIAIO + ACQUA = CENTRO + CULTURA + PITTURA AERODINAMICA.
Il Centro Botín si merita queste parole futuriste, già che nel sue seno accoglie sempre delle esposizioni di arte moderna e contemporanea di primissima qualità. Tra le attività del centro non manca la musica e le arti plastiche pensate per i bambini e le famiglie, inoltre nel pianterreno si può godere di una caffetteria ristorante aperto alla baia, che offre un panorama unico e un’offerta gastronomica di primissima scelta. Nei giardini a lato del Centro Botín si apre un Odeon con un mega schermo che in estate anima le serate cinefile della notte santanderina. La Plaza de las Farolas, che in realtà è la Plaza Alfonso XIII, è il luogo designato alle piccole grandi fiere di questa nostra bella città. In estate tra giugno e agosto si succedono, le fiere di artesanía, la fiera del Libro e la fiera del Libro antico. Due appuntamenti, questi ultimi, che sono una vera e propria fonte di richiamo per turisti ed amanti del libro.
A pochi passi dal Centro Botín, la fondazione del Banco di Santander, sta costruendo un nuovo centro culturale museistico, che albergherà la collezione di arte antica e moderna del Banco Santander. Ma il centro e il suo anello culturale è centro anche per la gastronomia, sicché una volta effettuato il nostro piccolo tour culturale ci accingiamo a compiere un tour gastronomico, partendo dal nostro vermut delle 12 in punto. Un’abitudine tutta santanderina, quella di anticipare il pranzo delle domeniche o nei giorni festivi con un Vermut e un buon piatto di rabas. Si las rabas, che non sono altro che “tiras” ossia “fettucce” di calamaro, infarinato e fritto. E su questo punto a Santander e in Cantabria in generale non si scherza, ognuno ha il suo posto preferito ed evidentemente las rabas migliori, le più buone del mundo mundial.
Si aprono veri e propri dibattiti sulla qualità del calamaro, su come deve essere infarinato, sulla frittura, se vanno servite con limone o senza… La curiosità è a livello etimologico che “las rabas” solo si conoscono con questo nome in Cantabria nel resto della Spagna sono semplicemente “calamares” o “calamares a la romana”. Quindi se a Madrid chiedete “unas rabas” in una delle più famose friggitorie della città, il cameriere di turno vi prenderà sicuramente in giro… Ma lasciando da parte questa disputa etimologica ritorniamo al nostro aperitivo rinforzato, e come non potrebbero mancare delle ottime “croquetas” che nulla hanno a che vedere con le crocchette di patata romane, sono veramente tutta un’altra cosa.