Ci sono luoghi o momenti della giornata che mi legano ad essi.
Sia nella mia terra d’origine, distante migliaia di chilometri, che nella la città dove vivo ho sempre cercato l’habitat migliore dove trovare il mio proprio spazio per comunicare in maniera inconscia e viscerale con l’ambiente che mi circonda, e questo è il mio “sentirmi a casa”.
A Roma, dove sono nato, i momenti in cui potevo godere a pieno la città erano quelli della notte fonda, allorché rientravo a casa, dopo uscite serali con gli amici.
La città semideserta, il centro storico illuminato e il rumore dei pneumatici sui sampietrini. Il tragitto intervallato dalle soste ai semafori deserti che fanno da guardiani silenziosi alla città che dorme.
Vivere Roma a pieno non è facile, durante il giorno il caos e il traffico non mi portavano a concentrarmi su tutto il resto.
Arrivare puntuale a lavoro, all’ appuntamento, a evitare ogni ingorgo, sperando di non incrociare qualche manifestazione imprevista, era ogni giorno il succedersi della caotica vita della metropoli, perdendo di vista ogni essenza reale del resto della vita.
Ammirare, senza distrazioni, la città è difficile se non impossibile in una grande metropoli moderna.
Ed ora che vivo lontano da Roma, ogni volta che vi ritorno, non mi faccio mai mancare una bella passeggiata notturna.
Arrivato qui, a Fuerteventura, sono rimasto immediatamente affascinato dalla natura selvaggia e dalle sue spiagge paradisiache.
Tutto questo però dopo un po’ rischia di svanire, perché anche qui, come in ogni parte del mondo dove si va a vivere, subentrano i ritmi del lavoro.
Arrivano gli orari, le scadenze da rispettare, insomma il “tran tran” della vita quotidiana che spesso porta ad appiattire l’ambiente dove si vive e quindi porta a scemare lo stupore per le bellezze che ci circondano.
Il paesino dove vivo è El Cotillo un piccolo borgo a nord ovest di Fuerteventura.
Un paesino di Pescatori che negli anni è diventato una meta turistica d’eccellenza, sia per coloro che amano le sue spiagge, i suoi ristoranti, alcuni molto rinomati, sia per tutti coloro che amano fare sport come surf e kitesurf.
El Cotillo è il posto ideale per praticare in particolare questi sport acquatici e le relative scuole non mancano.
Ma il primo e travolgente rapporto che si ha con questo luogo sono i suoi tramonti, che sono quelli che mi hanno messo in un simbiotico contatto con questo terra.
Un momento della giornata diventato per me molto particolare.
Ogni sera va in scena uno spettacolo unico, ed ogni sera profondamente diverso. Il sole fa spazio alla notte e va a nascondersi dietro l’oceano.
Si potrebbe pensare che non abbia nulla di trascendentale…ma non è così.
Foto sovraesposte, sottoesposte, troppo sature, troppo chiare, troppo scure, le sfumatura dei colori non ben bilanciate, insomma una vera sfida tutte le sere.
Le variabili che influiscono sui colori dei tramonti “Cotilliani” come li chiamo io sono tantissime.
La nuvolosità, il vento, se tira da mare o da terra, se c’è il calima (vento che spira dalla vicina Africa portando con se la sabbia del Sahara creando una sorta di foschia, quasi a sembrare nebbia), se vi è il mare calmo o agitato e per ultimo ma non meno importante se a quell’ora vi è alta o bassa marea, si perché ogni sei ore si alternano vistose maree che l’oceano regala allo scenario complessivo, sono tutte condizioni che mettono a dura prova l’abilità del fotografo.
Tutti questi fattori influiscono sui colori rendendo difficile la ripresa del tramonto, che si manifesta in 20/30 minuti.
Ogni sera è una prima visione scritta e diretta da Madre Natura. Vi sono diversi punti di osservazione a El Cotillo e tutti consentono di ammirare questi suggestivi tramonti.
Il porto vecchio dei pescatori al centro della parte antica della cittadina è il primo posto.
Bar e Ristoranti fanno del tramonto una vera e propria attrazione, tavolini fronte oceano, cocktail e spuntini serviti al tavolo mentre ci si gode questo spettacolo unico della natura, costretti a goderlo con gli immancabili occhiali da sole, come se si stesse in pieno mezzogiorno.
Le onde che si infrangono, vigorose, sugli scogli, posti a protezione del vecchio porto, la bassa o alta marea che cambia ogni giorno la fisionomia del posto, i colori sempre particolari, arricchiscono lo spettacolo. Tutto costituisce un’attrazione irrinunciabile, difficilmente da dimenticare nel tempo.
È uno spettacolo che ti cattura e inevitabilmente ti porterà a tornare in questi luoghi.
Un altro punto di osservazione molto suggestivo è la spiaggia, chiamata la Concha. È una delle spiagge più belle e suggestive di tutta Fuerteventura, con il suo mare cristallino e la sabbia chiarissima. Ci si mette dentro ad un Corallito (che è una costruzione circolare fatta a mano con le pietre vulcaniche, usata per proteggersi dal vento) e ci si può godere lo spettacolo.
Qui spesso vengo anche per stare “in pace con il mondo” e salutare il sole che va via in totale tranquillità.
In ultimo, ma non meno importante, la Torre del Tostòn, nella parte sud di El Cotillo. La torre è a guardia del nuovo porto e da essa si vedono le grandi spiagge, come Piedra Playa e le insenature delle altre spiagge che si possono intravedere in fondo.
Anche qui il tramonto assume un fascino particolare. La panchina posta accanto alla torre mette i brividi. Si è a picco sull’oceano che si infrange sulla scogliera, in lontananza le grandi spiagge dove spesso e volentieri si vedono surfisti a caccia di onde da cavalcare.
Alle spalle le colline desertiche che cambiano continuamente colore in base alla luce del sole.
Lo spettacolo non manca mai. Con i mesi ho affinato la tecnica per fotografare questi tramonti ma la strada è ancora lunga perché i colori dal vivo hanno sempre tutt’altro fascino.
È arrivato a sostegno anche il mio piccolo drone, con cui poter far foto e video, consentendo di estendere il divertimento, sempre per cercare di catturare lo scatto perfetto.
Tante sere, a casa mentre scarico le foto nel computer, rimango deluso dalla resa delle fotografie, perché non riescono a trasmettermi le stesse sensazioni che ho provato dal vivo, pur essendo bellissime fotografie.
Ma so bene che l’indomani quella misteriosa forza mi porterà nuovamente a caccia del migliore “scatto”.
La cosa diviene divertente anche perché è un ulteriore occasione, che questa magica terra offre, per socializzare.
Si, perché amicizia e cordialità sono i sinonimi di Fuerteventura.
La caccia al migliore “scatto” non mi vedrà da solo, ma insieme a tutto un bel gruppetto di abitanti locali e turisti dell’ultima ora armati di macchina fotografica o di cellulare di ultima generazione.
Ci apposteremo per dar vita a questa quotidiana sfida a madre natura, nell’intento di catturare e trasferire su foto i famosi tramonti “Cotilliani”, che difficilmente si faranno catturare nella loro totale bellezza.