Il labirinto di Fuerteventura la magia di un luogo

“…Perché vuoi combattere contro il labirinto? Assecondalo, per una volta. Non preoccuparti, lascia che sia la strada a decidere da sola il tuo percorso, e non il percorso a farti scegliere le strade. Impara a vagare, a vagabondare…”

(Tiziano Scarpa)

Questa frase è chiara e illuminante ma quando mi ci sono trovato di fronte ad un vero labirinto ho commesso un grande errore.

E’ di questo che vi voglio parlare, un’esperienza unica che mi ha lasciato incredulo ma affascinato dal mistero.

Avevo sottovalutato il suo potere, il potere del labirinto!

A Fuerteventura esiste un luogo molto particolare, non molto conosciuto.
Si tratta di un labirinto costruito da un tedesco, il signor Wolf Patton. Tutt’ora egli vive accanto alla sua opera ed ogni giorno vigila e preserva questo suo luogo magico.

Non vi è un solo giorno che in questa meravigliosa Isola, non vi sia un nuovo luogo da scoprire.

Avevo sentito parlare di un misterioso sito dove era stato realizzato uno strano labirinto e la decisione è inevitabile: una domenica da dedicare alla scoperta di questo luogo.

Cosa ci sarà mai di così magico in un labirinto?

L’intenzione è di andare lì, fare qualche bella fotografia e tornare con il ricco bottino di immagini.

Questa escursione, purtroppo, si presenta con uno spazio di tempo limitato a causa di impegni di lavoro.
I minuti si offrono in quantità limitata e, quindi, mi accingo a far tutto in fretta e furia.

Ma presto mi accorgerò di aver fatto i conti senza l’oste!

Il labirinto si trova a pochi chilometri a sud di El Cotillo, si deve percorrere una strada non asfaltata per circa 4 km fino ad arrivare ad un campeggio dove è possibile parcheggiare la macchina.

Da lì si deve proseguire a piedi su un sentiero di circa 400 metri per giungere finalmente alla nostra meta: il labirinto!

Il paesaggio è marziano; tutto intorno il nulla, a distanza si intravede la piccola cittadina di El Cotillo, l’imponente Faro del Toston, il ridente El Roque e le più belle spiagge di color oro del nord come Piedra Playa, Playa Escalera fino ad Esquinzo.

Anche in questo luogo regna la pace assoluta.

In quel momento sono posseduto dalla fretta, qualcosa che qui si fa peccato solo a pensarla e tuttavia il tempo è tiranno.

Ahimè, decido di percorrere la via del labirinto in modo frettoloso senza riflettere sul suo significato più intrinseco, e in pochissimi passi mi succede di tutto.

Un messaggio dall’Italia con una brutta notizia, il cellulare mi cade in terra frantumandosi. Ben presto, mi assale una stranissima sensazione di claustrofobia che mi blocca dal proseguire.

La stranezza è che mi trovo all’aria aperta. Il labirinto è solo una sequela di piccoli sassi che impongono una via per giungere al centro e poi per uscirne…. eppure mi vince questo senso di soffocamento!

Nemmeno si può pensare ad autosuggestione perché la definizione di magico è nata in me solo dopo questa misteriosa esperienza e non prima.

Non vi è altra soluzione se non quella di fermarsi e tornare in casa.

A Corralejo racconto di questa mia disavventura a parenti ed amici, incredulo, e ancora esterrefatto di aver avuto quelle particolari sensazioni senza nessun apparente motivo.

I giorni passano ma ormai il mio pensiero era sempre rivolto a quel sito. Un solo intendimento alloggiava nella mia mente, ovvero percorrere il labirinto senza più quella misteriosa paura.

È il 12 ottobre, il giorno della scoperta dell’America e della Festa Nazionale in Spagna, un giorno veramente importante e degno di essere dedicato a questa esperienza.

Decido di ritentare, ma con tutta la calma tipica di questi luoghi.

La giornata è stupenda, il cielo è d’un azzurro acceso, con nuvole bianche che corrono veloci sospinte dal vento, che governa ogni angolo di Fuerteventura, offrendo costante refrigerio.

Finalmente l’entrata del labirinto mi si offre come se porgesse la mano per accompagnarmi e inizio a camminare in questo lunghissimo percorso.

Al centro si trova una pietra circondata da otto pietre più piccole. Sono sicuro che si tratta della pietra filosofale.

Secondo gli antichi alchimisti si trattava di un amuleto capace di tramutare i metalli in oro, o di produrre l’elisir di lunga vita.

Durante questo percorso ci si avvicina al centro pensando di essere arrivati e dopo una svolta, ci si trova in pochi minuti nella parte più lontana ed esterna del labirinto.

Lungo il tragitto incontro il signor Wolf, intento a riordinare alcune delle pietre che segnano la via.

Mi dice che il labirinto è una sorta di percorso spirituale ed è costruito per meditare quando si raggiunge il Centro.

Una sorta di purificazione e abbandono al suo percorso obbligato.

Ci vogliono oltre 20 minuti per raggiungere il centro e le sue magiche pietre.

E’ ora di accendere il mio terzo occhio, il mio caro drone e fare qualche foto e magari anche un video dall’alto.

Ma che succede?

Inspiegabilmente il drone ha diverse difficoltà.

La bussola ha grosse interferenze e per circa 40 minuti provo a calibrarla, quando avevo perso le speranze il drone finalmente mi dà l’ok.

Una volta in volo il drone ha un comportamento molto particolare.

Appena mi avvicino al centro del labirinto il drone viene attratto a terra verso la pietra senza che io ne abbia il pieno controllo.

Per riprenderlo devo allontanarlo a tutto gas verso l’esterno.

Capisco che al centro vi è un punto magnetico molto forte e quell’energia che ho percepito per tutto il percorso sicuramente è dipeso da esso.

Completamente rigenerato dal tempo dedicato a interiori riflessioni, con una sensazione netta di soddisfazione faccio a ritroso il percorso e lascio il labirinto.

È stata un’esperienza unica, il labirinto il primo giorno mi aveva dato una sonora lezione.

il viaggio che conta non la destinazione.

Non importa se cadi, l’importante è rialzarsi sempre e proseguire senza voler bruciare le tappe della vita.

Così deve essere la nostra esistenza e la magica Fuerteventura non smette mai di ricordarlo e mi dà appuntamento alla montagna sacra di Tindaya!