Un weekend ad Estepona: il giardino (da sogno) della costa del Sol

Ennesima ricerca su Google, ennesimo mal di testa. Chi l’avrebbe mai detto che organizzare un viaggio sarebbe stato stressante quasi quanto una giornata in ufficio? É che proprio non riesci a deciderti: alla tua vacanza andalusa chiedi luoghi da sogno. Paesaggi idillici di case bianche arroccate e vasi in terracotta pieni di fiori pronti a regalarti bellezza ad ogni angolo. Però vuoi anche grandi spiagge bianche, se possibile non troppo affollate, in cui fuggire al caldo torrido dell’estate. E magari un po’ di arte. Sculture, monumenti, poesie…chessò, le rovine di un castello. Ah! Poi vuoi mangiare bene, ci mancherebbe altro. Poter fare shopping. Uscire a prenderti un cocktail la sera in mezzo alla movida. Se poi potessi evitare di spostarti troppo in macchina, meglio ancora.

Respira profondo e leggi con attenzione: La tua NON è una missione impossibile. 

 

Esiste una cittadina in provincia di Málaga che riunisce tutte queste caratteristiche in pochi chilometri; E, a giudicare dall’assenza quasi totale di italiani in loco, mi azzarderei a scommettere che non ne avevi mai sentito parlare. Anzi, forse sì. Può essere che il suo nome ti riporti con la mente a qualche articolo che hai letto su Ana Mena, che proprio lì è nata. 

Estepona, peró, ha molto più da offrire di qualche melodia orecchiabile ascoltata per radio mentre lavi i piatti.

Il centro storico di Estepona Incastonato tra il mare e la montagna, questo piccolo gioiello nascosto della Costa del Sol unisce secoli di storia alla cultura contemporanea della street art, facendo del suo tratto caratteristico l’oltre un milione di fiori che adornano le strade del centro. Non contento di mettere d’accordo il turista in cerca di relax in spiaggia con gli amanti del trekking e chi ricerca gli scorci andalusi più autentici, alberga anche l’orchidario più grande d’Europa.

Io ci sono stata lo scorso weekend, e per la prima volta da quando vivo nella mia adorata Málaga, ho preso in seria considerazione l’eventualità di trasferirmi in provincia.
Qui sotto troverai l’itinerario che ho seguito e tutte le indicazioni utili per esplorare la zona, sperando possano servirti d’ispirazione. Che dici? Sei pronto a partire?

Come arrivare

Tra i tanti pregi di Estepona c’è anche quello di essere molto ben collegata al Capoluogo della Costa del Sol. Ci sono diversi pullman semidiretti che partono dall’aeroporto di Málaga, mentre dalla stazione degli autobus in centro città hai addirittura la possibilità di raggiungerla senza fermate intermedie: il tragitto dura un’ora e venti minuti nel primo caso, e un’ora nel secondo, con un prezzo medio tra i 9 e i 10 euro. Se poi gli orari delle corse “express” non fanno al caso tuo, puoi comunque optare per una delle tante corriere che ogni giorno passano per Estepona attraversando numerosi paesini della Costa del Sol: ci mettono un po’ di più ad arrivare (all’incirca due ore), ma sono decisamente più frequenti.

Un’altra opzione da considerare è Bla Bla Car: la app di car sharing in Spagna è usatissima, e il tragitto Málaga – Estepona è proprio uno di quelli per cui si trova facilmente un passaggio ad ogni ora (il prezzo oscilla tra i 7 e i 10 euro).

Dalla stazione degli autobus di Estepona si può raggiungere il centro a piedi con una gradevole passeggiata di 20 minuti sul lungomare (affiancherai anche un laghetto con le paperelle, se non dovesse bastare). Io, però, ho caldo e fretta di arrivare. La soluzione mi si palesa a pochi metri di distanza, sotto forma di un taxista chiacchierone che nel giro di 3 minuti mi elenca orgoglioso tutto quello che non posso perdermi in città.

ALLA SCOPERTA DEL CENTRO STORICO: UN’OASI TRA FIORI E MARE

Il suo entusiasmo, del resto, è superfluo. Che questo posto mi entrerà nel cuore lo capisco dalla prima occhiata fuori dal finestrino: le strade strette del centro storico mi si palesano come una gigantesca anfora bianca ricolma di ogni genere di specie floreale. Ora capisco perché Estepona si conosce come “Il giardino della costa del sol”: nel tentativo di differenziarsi dagli innumerevoli altri paesini di case bianche arroccate che popolano la regione, qualche anno fa il Comune scelse di fare della flora il suo tratto distintivo. Una riuscita strategia di marketing turistico che ha comportato l’installazione di ben 23.000 vasi colorati sulle pareti e per le strade – pulitissime! – della città. Il risultato (oltre ad un amore smodato degli abitanti nei confronti del sindaco) è che, per sei mesi all’anno, la popolazione locale passa dai 75.000 residenti ufficiali agli oltre 100.000 che comprendono gli stranieri del nord Europa che la scelgono come località perfetta per “svernare”. 

Qui trovano quello che manca nella maggior parte dei pueblos blancos andalusi: l’essenza della tradizione urbana a strettissimo contatto con il mare. In questo genere di località “da cartolina”, infatti, l’incanto dei centri storici tende ad essere nettamente separato dalle spiagge, che si raggiungono dopo lunghe camminate, “scendendo almeno un milione di scale” (come direbbe Montale) o direttamente con i mezzi pubblici. Qui, invece, no. A Estepona praticamente ogni strada sfocia in ampie distese di sabbia bianca, fondendo l’incanto dei fiori e della calce con la pace del Mediterraneo.

A due passi dal lungomare – mi spiega il taxista – una lunga strada commerciale ricolma di ogni tipo di locali offre tutto il divertimento di cui si ha bisogno dopo una giornata di pace in città. Un’occhiata alle vetrine dei negozi è la conferma definitiva di quello che ho intuito dal minuto uno: qui c’è tutto il necessario per vivere felici.

PRANZO A LA ESQUINA DEL ARTE

Il taxi mi ferma a due passi dal ristorante in cui ho prenotato per pranzo. Ubicato in una graziosa piazza – serve dirlo?- piena di fiori, La Esquina del Arte affianca i piatti più tipici della gastronomia locale a proposte healthy con un tocco gourmet, spesso frutto della contaminazione con i sapori della cucina asiatica. Oltre alle proposte “alla carta”, i proprietari propongono ogni giorno un diverso menù composto da aperitivo, piatto principale, dolce (o caffè) e bevande per un prezzo di solo 13 euro a persona.


Io mi decanto per quest’ultima opzione, stimolando l’appetito con una rinfrescante insalata di gamberetti e avocado per poi addentrarmi in un vero e proprio viaggio di sapori con un delizioso e tenerissimo solomillo al teriyaki (da provare assolutamente!). Concludo il banchetto con un “mmm” di puro piacere mentre affondo il cucchiaio in una fetta di cheesecake fatta con il formaggio manchego. Poi, il nome Juan Manuel sul display del cellulare mi ricorda che è il momento di proseguire verso la prossima tappa.

SULLE TRACCE DI GIULIO CESARE AI BAÑOS DE LA HEDIONDA

Sì, perché Juan Manuel è il responsabile di Xarblanca: la compagnia di transfer privati incaricata di portarmi a fare un tuffo nella storia. A venti minuti di macchina da Estepona si trova, infatti, un suggestivo balneario di epoca romana incomprensibilmente sconosciuto anche alla maggior parte dei locali. Beh, “incomprensibilmente” si fa per dire. Di sicuro non aiuta il fatto che, per raggiungerlo, bisogna percorrere un sentiero sterrato seminascosto e mal segnalato a chilometri di distanza dall’ultima traccia di civiltà.

La polvere sulle ruote, però, vale la pena; E non solo per l’ebbrezza di sentirsi un po’ come degli intraprendenti esploratori (più Giovani Marmotte, nel mio caso). Los baños de la Hedionda – così si chiamano – si presentano come una successione di piscine naturali alle foci del fiume Manilva. Si dice che le loro acque sulfuree abbiano innumerevoli proprietà benefiche e che uno dei primi a constatarlo sia stato nientemeno che Giulio Cesare

Leggenda vuole che il suo esercito si curò dalla scabbia proprio dopo essersi immerso, portando l’imperatore ad ordinare la costruzione del balneario coperto in cui, ancor oggi, si può nuotare tra le rovine dell’epoca. Un’altra credenza, mirata a giustificare il forte odore di zolfo che si respira in zona, afferma che fu qui che il Diavolo esalò l’ultimo respiro.

Sia come sia, e odoracci diabolici a parte, l’esperienza è davvero unica. I più temerari possono persino spingersi a bracciate attraverso un corridoio basso e stretto fino a raggiungere una seconda sala completamente sommersa dall’acqua, e da lì a una grotta non illuminata a cui si accede solo muniti di torcia. Io non me la sono sentita, ma crogiolarmi nell’acqua a 21 gradi centigradi (mantiene la stessa temperatura durante tutto l’anno) in piena ondata di caldo è stato sufficiente a ricaricarmi le batterie.

L’accesso al balneario è gratuito, ma durante l’alta stagione la capienza è limitata per evitare agglomerazioni. Per questo la visita va prenotata online con certo anticipo. Non farti ingannare, però: l’orario che apparirà sul tuo biglietto si riferisce esclusivamente alla fascia temporale in cui potrai usufruire della struttura al coperto; Nella zona esterna puoi rimanere tutto il tempo che vuoi. Non a caso sono numerose le famiglie che vi si accampano dall’alba al tramonto, approfittando del bel tempo per organizzare abbondanti pic nic e camminate in mezzo ai campi: un programma alternativo decisamente da tenere in considerazione quando ti stanchi del mare.

Come immaginerai, i Baños de la Hedionda non sono raggiungibili con i mezzi pubblici. Tuttavia, se non hai l’auto, puoi sempre affidarti a servizi di trasferimento privato come Xarblanca. In genere coprono tragitti più lunghi, dedicandosi principalmente a trasportare i turisti in hotel dall’aeroporto o dalle stazioni ferroviarie; Almeno nel mio caso, però, hanno fatto volentieri un’eccezione per farmi fare un giro fuori porta. Chiedere non costa niente, e spesso porta buoni risultati: se ti interessa, puoi contattarli all’indirizzo email xarblancatransfers@gmail.com.

Se siete due/tre persone, vale la pena anche valutare di raggiungere i Baños de la Hedionda in taxi per un prezzo indicativo di 20-25 euro che potrete dividere per minimizzare le spese.

RELAX A LA CASA DEL PATIO

Dopo qualche ora ammollo, è il momento di tornare ad Estepona: le circostanze richiedono una doccia e un po’ di relax prima di cena. L’appartamento in cui passerò la notte fa parte della rete di alloggi turistici messi a disposizione da La Casa del Patio, e devo dire che non avrei potuto trovare di meglio. Il check in è completamente automatizzato: al momento della prenotazione, ti forniscono un codice unico ed intrasferibile con cui aprire una piccola cassetta di sicurezza custodita all’interno di un caratteristico patio andaluso, dove hanno lasciato le chiavi dell’abitazione.

La mia, ubicata in pieno centro storico, mi permette di godere di una vista mozzafiato su una suggestiva piazzetta che, tra il rumore delle fontane, le numerose panchine e i colori degli immancabili fiori che l’adornano, sembra offrire la cornice perfetta per una sessione di lettura.

All’interno, oltre ad una pulizia impeccabile, ci sono tutti i comfort: dall’aria condizionata ai prodotti omaggio per il bagno fino all’asciugacapelli, la macchina per il caffè e la cucina con l’occorrente per preparare un buon pasto. In frigo, a disposizione degli ospiti, trovo una bottiglia d’acqua, due birre, succhi di frutta e yogurt. In omaggio anche buonissimi biscotti al cioccolato bianco, caramelle alla frutta e persino un magnete da frigo con il nome dell’appartamento: il souvenir che ogni turista cerca, con il valore aggiunto di ricordarti dove eri alloggiato, nel caso in cui ci volessi tornare. E, visto quanto mi sento coccolata, è abbastanza probabile che accada.


CENA GOURMET A LA BULLA GASTROBAR

Nel frattempo, però, i brontolii dello stomaco iniziano a reclamare attenzione. Tempo cinque minuti a piedi e sono già a La Bulla Gastrobar: uno dei ristoranti in assoluto più rinomati in città. Rivisitando il concetto di tapas in chiave gourmet, i proprietari si pongono l’ambizioso obiettivo di “risvegliare i sensi” degli amanti del buon cibo. E non c’è alcun dubbio che ci riescano da Dio.

I prezzi non sono economici, va detto. Ma se cerchi un posto raffinato in cui celebrare un’occasione speciale mentre ti azzardi con accostamenti di sapore inediti, devi assolutamente segnarlo sull’agenda.

La Bulla mi regala l’occasione più unica che rara di sentirmi VIP per una sera: hanno infatti preparato apposta per me un menù di degustazione che racchiude alcuni dei loro piatti più riusciti.

Si inizia con il tartar moro di tonno su foglia di Shisho: la delizia finger food da divorare in un solo boccone che nel 2017 valse al locale il primo premio al locale concorso di tapas. Ad accompagnarlo, un sorprendente cannellone di avocado ripieno di tonno con salsa Kimchi, che diventerà ben presto una delle mie pietanze preferite.

Il primo piatto è introdotto da effetti speciali: sotto una scenografica nube di vapore si cela il carpaccio di manzo Waygu più buono che abbia mai mangiato (e dire che sono italiana!). La carne si scioglie in bocca, fondendosi armoniosamente con le scaglie di parmigiano e il resto degli ingredienti che lo insaporiscono, tutti di primissima qualità.

Si continua con una più normale insalata di gamberi in tempura resa leggermente piccante da qualche filo di peperoncino, per concludere con un’abbondante pluma di maiale iberico arrosto macerata in miso adaluso. Arrivo alla fine del pasto appagata, ma decisamente troppo piena per riuscire a provare il dolce. Del resto, doveva pur esserci un lato negativo.

LA NOTTE DI ESTEPONA: PASSEGGIANDO TRA STATUE E LOCALI

La passeggiata digestiva che segue mi dà l’opportunità di godere un po’ del vivace ambiente notturno di Estepona. In particolare, mi colpisce la straordinaria abbondanza di bar e ristoranti disseminati in ogni angolo. Ce n’è davvero per tutti i gusti: dai bar di tapas tradizionali alle cucine etniche, passando per proposte fusion avanguardiste, chiringuitos dove assaggiare i caratteristici espetos (sardine alla brace tipiche della provincia di Malaga), pub in stile inglese, opzioni vegane e posticini instagram-friendly in cui sorseggiare un buon cocktail. Qualunque siano le tue preferenze in fatto di cibo, stai pur certo che qui troverai il posto giusto per te.

Durante i miei vagabondaggi senza meta mi imbatto in alcune delle tante sculture che recentemente sono installate in centro con l’obiettivo di trasformare la città in un vero e proprio museo a cielo aperto. Alla Giunta comunale l’idea venne durante la pandemia, quando il lockdown e la chiusura delle attività non essenziali mantennero la popolazione lontana dalle gallerie d’arte. “É giusto ”incarcerare” le opere in spazi chiusi non sempre accessibili?”, si domandò. “Non dovrebbero fruire tutti di una bellezza che può salvarti l’anima?”. Così, numerosi artisti di fama nazionale vennero coinvolti nell’inclusione dei loro lavori all’interno dello spazio pubblico. 

Tra questi c’è lo scultore Santiago de Santiago, autore della scultura in bronzo denominata “Mavi”, che ritrae una giovane nuda intenta a pensare all’amante perduto; o Joaquín Memorial Aguilera, responsabile di un originale “Monumento al Turista”. Se vuoi essere sicuro di non perdertene nessuna, sul sito web del Comune di Estepona troverai una mappa che ti permetterà di andare alla scoperta di tutte le statue disseminate in zona.

Saltando dall’una all’altra, io finisco nella centrale Plaza de Las Flores: ancor più suggestiva con la sua illuminazione notturna, studiata per mettere in risalto le numerose specie botaniche che la incorniciano.

 

GIORNO #2: VISITA ALL’ORCHIDARIO PIÚ GRANDE D’EUROPA


Non si può visitare Estepona senza fare un salto al più grande Orchidarium di Europa, che proprio qui ha la sua sede. Al suo interno alberga oltre 1500 specie di orchidee e numerose altre piante coltivate con la funzione di creare l’habitat ideale per la loro crescita.

Lo esploro nella mia seconda mattina in città, accompagnata dalla guida esperta dell’assessore al turismo Aleksandra.

Tra le altre cose, mi spiega che questo giardino botanico incastonato sotto cupole di vetro si è consolidato in poco tempo come location di moda per le foto dei matrimoni. Anzi, qualcuno è stato addirittura celebrato al suo interno. Non che sia difficile capirne il motivo: le tre cascate ubicate in mezzo al verde, il laghetto agghindato di ninfee e i tre piani zeppi di specie vegetale mettono a disposizione di qualunque evento mondano uno scenario tra i più romantici (e fotogenici) che si possano immaginare.

Da Aleksandra apprendo inoltre che la vaniglia con cui assaporiamo i dolci è, in realtà, anch’essa un’orchidea. Per la serie: non si finisce mai di imparare.

 

LA STREET ART DI ESTEPONA

Con la testa piena di bellezza e informazioni, seguo la mia guida verso la prossima tappa: il quartiere più moderno di Estepona. Fino a poco tempo fa non ci sarebbe stato niente da vedere, se non una serie di anonimi edifici residenziali. Un concorso di street art ha, però, permesso di riabilitarlo, assicurandogli le copertine di importanti magazine di arte a livello internazionale. Il risultato è che oggi i turisti non si limitano più a visitare il centro storico, ma, anzi, fanno del tour dei murales un evento imprescindibile della loro vacanza ad Estepona.

In totale ce ne sono 62, tra i quali spicca il più grande del Paese: un’opera realizzata da José Fernández Ríos che si sviluppa in verticale sulle facciate di ben sei edifici.

Oltre al pescatore che ne è protagonista, dalle pareti bianche delle case mi osservano i ritratti di altri numerosi personaggi locali: dai figli di un residente del posto, alla nobile Maria Guerrero, che alla fine degli anni 20 destinò gran parte del suo patrimonio a una fondazione che aiutasse le donne a studiare.

Degno di nota anche “Atlantas”: un vero e proprio omaggio alla forza e ai miracoli di cui è capace il genere femminile.

IL TOUR DELLE POESIE

La passeggiata prosegue tra gli angoli più suggestivi del centro storico, tra cui non si possono non menzionare la Plaza de Manuel Alcántara e il giardino dei Poeti Andalusi, in cui si possono apprezzare i busti degli autori che, ciascuno a suo modo, si sono ricavati un posto nella storia della letteratura locale. I loro versi (assieme a quelli di molti altri) sono affissi in varie lingue sulle facciate degli edifici del centro e permettono di “sfogliare” la città angolo dopo angolo, proprio come se si trattasse di un libro.

UN “MIRADOR” INASPETTATO

L’itinerario culmina sulla terrazza di un hotel a 4 stelle di Plaza de las Flores. Non tutti sanno, infatti, che qui c’è un bar chill out da cui si gode di una vista impressionante sulla città: nelle giornate limpide si riesce a distinguere chiaramente anche la vicina Marbella.

POMERIGGIO IN SPIAGGIA

Dopo avermi illuminata in merito ai mille segreti di Estepona, Aleksandra mi lascia al Bahía Beach, uno degli innumerevoli chiringuitos aperti sulle spiagge cittadine. Perché, dai: vorrai mica andare in un posto di mare, in Spagna, e non mangiarti una paella in un chiringuito?Io, per non farmi mancare niente, ci affianco pure una frittura di calamari e polpo (tenerissimo!) accompagnata da una buonissima salsa alioli fatta in casa.
Inutile dirlo: la digestione va fatta rigorosamente a pochi metri, distesa sulla sabbia, con il rumore del mare in sottofondo. Chiudo gli occhi e, quasi senza rendermene conto, inizio a sorridere.

In fondo non è questa la felicità?