C’è un periodo dell’anno dove Cartagena, diamante grezzo della Regione di Murcia, risplende particolarmente; questo periodo è la Semana Santa, ovvero l’ultima settimana della quaresima, che inizia la Domenica delle Palme e si conclude con la Domenica di Pasqua.
La Semana Santa
In questi giorni, Cartagena ha un’altra luce. La solita tranquilla e placida città, si riempie di colori, fragranze, fiori e suoni.
In Semana Santa, Cartagena si anima: indossa il migliore dei suoi abiti, mostrando il suo lato più festoso. Le strade e i vicoli del centro storico brulicano di gente che festeggia, che gioisce, che banchetta: non è raro vedere i bambini con la tipica barra de caramelo de Semana Santa e gli adulti bevendo cerveza e degustando tapas.
In Semana Santa, Cartagena, al ritmo di tamburi, ti invita ad uscire di casa, interrompere tutto quello che stai facendo per assistere a una procesión, a un acto, a un drama.
Quando è Semana Santa, non importa che tu sia bambino, anziano, spagnolo, italiano, arabo, polacco, tedesco, cristiano, islamico, buddista: quando il rullio cadenzato dei tamburi giunge alle tue orecchie, è impossibile frenare l’impulso di correre per le strade e farsi spazio tra la folla per scoprire quale cofradía sará la protagonista della giornata o quale meraviglioso trono i fedeli, col volto coperto, staranno portando con sacrificio sopra le proprie spalle.
Semana Santa è molto più di un momento religioso: è un senso di appartenenza comune, è un impulso di gioia, è festa ed allegria; ma è anche sacrificio, dolore per aver portato il trono sulle proprie spalle durante ore, fatica nel mantenere sempre, ordinatamente, lo stesso passo durante la processione, stanchezza del suonare per giorni accompagnando la processione. Ed è per questo che è una festività che suscita un enorme rispetto in chi ha la fortuna di parteciparvi ed assistervi.
Uno dei momenti che raggiunge i più alti picchi emotivi è la cosiddetta “Processione del Silenzio” (Procesión del Silencio y del Santísimo Cristo de los Mineros), che si svolge la notte del giovedì santo, il giovedì immediatamente prima della domenica di Pasqua.
La particolarità di questa processione è l’atmosfera che viene ricreata: la cofradía California è protagonista di un corteo dove l’unico suono udibile è quello dei tamburi e dei passi ritmati dei fedeli, inoltre l’intera città spegne le sue luci per far risaltare il bagliore dei troni e delle candele.
La popolazione cartagenera si muove commossa seguendo la processione, che si conclude con l’entrata dell’ultimo trono nella Chiesa di Santa Maria; qui, come da tradizione, viene cantato un miserere al Ecce Homo.
La notte tra il giovedì santo e il venerdì santo prosegue piena de emozioni: a mezzanotte, la cofradía California ha l’obbligo di terminare il corteo per lasciare la scena alla cofradía Marraja. Questo cambio, diventa un pretesto per i seguaci dei marrajos per festeggiare, sventolando i propri fazzoletti viola (colore rappresentativo della cofradía Marraja, il colore dei californios è, invece, il rosso) e chiamando a gran voce la cofradía, incitandola ad avanzare.
Il pasacalles di soldati romani annuncia l’inizio delle cinque processioni della cofradía Marraja, che culmineranno alle 5.30 in Plaza de la Merced, dove si celebrerà l’incontro tra il trono di Gesú (el Jesús Nazareno) e quello della Vergine (la Santísima Virgen Dolorosa), il cosiddetto encuentro.
Durante quest’occasione, il popolo cartagenero, radunato nella piazza, assisterà non solo alla spettacolarità dei vari tronos, alle sculture floreali e alle eccezionali decorazioni di cui sono adornati, ma anche a un’esibizione di un canto dai toni quasi flamenchi, che una fedele dedicherà alla Vergine dal balcone dell’elegante e modernista Palacio de Aguirre, sede del Museo Regional de Arte Contemporáneo della città.
Dopo questo momento di alta emozione, le processioni ritorneranno verso la Chiesa di Santa María de Gracia, dove alle 8.00 del mattino del venerdì santo canteranno un altro Salve.
La sera de venerdì santo e del sabato santo, proseguono in questo tripudio di fiori, celebrazioni, canti, riproduzioni teatrali e processioni iniziate ormai già da una settimana, fino ad arrivare all’ultimo giorno di festa, la domenica di Pasqua, chiamata Domingo de Resurreción.
Tra la gioia per la Resurrezione di Cristo e la malinconia di una festa che sta per finire, il popolo cartagenero si riunisce in centro per assistere alla unica processione eseguita alla luce del sole. Dopo una tipica colazione domenicale a base di churros in famiglia, alle 10.30 si assiste alla spettacolare e unica processione della cofradía del Resuscitado, dove sfilano ben 10 troni.
Dopo il termine della processione, che coincide con l’emozionante entrata della Virgen nella Chiesa di Santa María de Gracia, la famiglia cartagenera continua a celebrare tra le vie del centro, rifocillandosi con tortilla de patatas, caldero, marinera e molte altre prelibatezze tipiche della cittá. Non puó mancare, infine, la torrija, dolce caratteristico della Quaresima e di Semana Santa.
Arriva la sera, la festa finisce, la gente si ritira in casa, stanca ma soddisfatta e orgogliosa di aver celebrato, come ogni anno, la tradizionale e stupenda Semana Santa di Cartagena, Festa di Interesse Turistico Internazionale dal 2005.